sabato 9 giugno 2007

Kipling

Questa mattina sono tornato a casa molto tardi, ben oltre l’ora di pranzo, dopo aver lavorato tanto, ed ero cosi stanco che ho soltanto pensato a buttarmi nel letto. Guardavo la mia stanza, gli oggetti che ci sono dentro, così, senza un perché, ed i miei occhi si sono appoggiati ad un piccolo quadro giorno, con una cornicetta modesta. Mi è venuto subito da sorridere perché quel quadro mi segue da quando ero un ragazzino, sono venti anni che me lo porto appresso, appendendolo in ogni stanza che ho abitato.
Quando ho sentito per la prima volta, la tanto conosciuta poesia di Kipling, avevo sedici anni e mi piaceva tanto, poi un giorno l’ho trovata in una rivista, mi sono ritagliato la pagina e l’ho messa in un quadro giorno che da allora non mi abbandona mai, né il quadro, né la poesia e le cose che dice.
Ci vuole un lavoro umano enorme per riuscire ad essere un uomo com’è descritto da R. Kipling, ma sarebbe sbagliato, controproducente, seguire per filo e per segno quelle righe, anche se sono scritte da un grande artista, e possiedono un enorme pathos, ma se prendiamo da ciò che osserviamo, sentiamo, e leggiamo, come in questo caso, quel che riteniamo utile per noi, per diventare una persona migliore, che non si accontenta di ciò che eredita, e non n’è mai sazio di sapere, conoscere, divenire, per avere ogni giorno occhi nuovi con cui guardare il mondo, se si ha un ideale, una visione di sé, a cui tendere, allora questa poesia può dare delle indicazioni eccezionali, ed essere veramente utile.



“Se riesci a non perdere la testa quando tutti intorno a te la perdono
e ti mettono sotto accusa
Se riesci ad avere fiducia in te stesso quando tutti dubitano di te
ma a tenere nel giusto conto il loro dubitare
Se riesci ad aspettare senza stancarti di aspettare
o essendo calunniato a non rispondere alle calunnie
o essendo odiato a non abbandonarti all’odio
pur non mostrandoti troppo buono né parlando troppo da saggio
Se riesci a sognare senza fare dei sogni i tuoi padroni
Se riesci a pensare senza fare dei pensieri il tuo fine;

Se riesci incontrando il trionfo e la rovina
a trattare questi due impostori nello stesso modo;

Se riesci a sopportare di sentire la verità che tu hai detto,
distorte da furfanti che ne fanno trappole per sciocchi;

O vedere le cose per le quali hai dato la vita distrutte
e sai umiliarti a ricostruirle con i tuoi strumenti ormai logori;

Se riesci a fare un solo fagotto delle tue vittorie
e rischiarle in un solo colpo testa o croce
e perdere e ricominciare da dove iniziasti
senza mai lasciarti sfuggire una sola parola su quello che hai perduto;

Se sai costringere il tuo cuore, i tuoi nervi, i tuoi polsi a sorreggerti
anche dopo molto tempo che non te li senti più
e resistere quando oramai in te non c'è più niente
tranne la volontà che ripete resisti;

Se riesci a parlare con la canaglia senza perdere la tua onestà
o a passeggiare con i re senza perdere il senso comune;
Se tanto nemici che amici non possono ferirti;
Se tutti gli uomini per te contano, ma nessuno troppo;

Se riesci a colmare l’inesorabile minuto con un momento fatto di 60 secondi
tua e' la Terra e tutto ciò che vi e' in essa
e - quel che più conta - sarai un Uomo, figlio mio.”


IF di R. Kipling