domenica 3 giugno 2007

Equilibrio stabile

Stavo pensando alla canzone di Battiato, "cerco un centro di gravità permanente", e mi dicevo quanto sarebbe bello se avessi un centro di gravità permanente, ma non è veramente così.
Vorrei avere una risposta perfetta, per ogni dubbio, incertezza, che non mi faccia mai vacillare, sbagliare una scelta, frase, comportamento, ma rimanere ben saldo sulle gambe davanti a tutte le difficoltà.
In realtà, spero di non trovare mai quella risposta, non voglio un centro di gravità permanente, perché non so che farmene di un equilibrio stabile.

Voglio rimanere uno che ha paura di sbagliare e sbaglia, che a paura di cadere e cade, che da spazio ai suoi dubbi, che sarà sempre in cerca del meglio per se e non si accontenterà mai.
Voglio bene al mio caos, anche se qualche volta mi fa soffrire, ma lì, oltre i turbamenti, ci sono la mia ricchezza d’interesse, d’idee, di pensieri incerti ma veri, carichi d’emozioni e pulsioni creative, e sono queste vertigini che mi fanno sapere che sono vivo.
Certo, non lascio che il mio caos mi faccia cambiare mille volte idea, con la scusa che la coerenza è rigidità, ma penso sia necessaria una certa flessibilità nel rispondere alle domande che la vita mi pone. Mantengo una buona continuità di pensiero tra una scelta e l’altra, e questa è una buona cosa, conservo ciò che reputo buono e che diverrà parte del mio patrimonio personale, e anche questo va bene, ma và ancor meglio quando lascio che la risposta non sia sempre la stessa, facendo in modo che si aprano dentro di me altri modi di vedere il mondo, perché quello cambia, e bene o male che mi vada, continuerà a farlo sempre.